Il 21 maggio 1950 alla seconda stagione del Campionato, la Ferrari debutta per la prima volta in Formula Uno, al Gran Premio di Monaco: Alberto Ascari alla guida della 125 F1 arriva al traguardo in seconda posizione.
E' l'inizio della cavalcata trionfale che porterà il cavallino su tutti i circuiti del mondo; la Ferrari infatti è l'unica scuderia a non avere saltato una sola edizione, inoltre è l'unica vera scuderia costruttrice di automobili, sempre con una propria vettura e con un proprio motore; vero costruttore e non semplice assemblatore, simbolo dell'Italia che ha fatto la storia della nostra nazione nel mondo ed ha alimentato con le proprie vittorie il successo anche della produzione in serie.
Sempre nel 1950 la Ferrari ottiene altri due piazzamenti sul podio, ma la prima vittoria la ottiene nel 1951 nel gran premio di Gran Bretagna dove l’argentino Froilan Gonzales porta alla vittoria la vettura della scuderia modenese, la 375 F1.
Nel 1952, Alberto Ascari diventa il primo pilota a portare il mondiale Piloti a Maranello. La Ferrari si aggiudica tute le gare valide per il campionato, ad eccezione della 500 Miglia di Indianapolis, allora inclusa nel campionato ma disertata dai costruttori europei: Ascari vince sei gran premi, Taruffi uno. La 500 F2 è praticamente imbattibile.
Il 1953 è la replica dell'anno precedente: la 500 F2 si conferma a miglior macchina e Ascari (5 successi) il miglior pilota. Le vetture del Cavallino ottengono altri due successi grazie a Farina e Mike Hawthorn e stabiliscono il record di vittorie consecutive (14) nella storia della Formula Uno.
Nel 1954 Ascari lascia la Ferrari per la Lancia dove guida la famosa D50s progettata da Vittorio Jano. La stagione, dominata dalla Maserati di Juan Manuel Fangio, si chiude con due successi per la Ferrari, che ottiene una doppietta a Silverstone con Gonzales e Hawthorn e si impone a Barcellona con lo stesso pilota inglese.
Nel 1956 la Scuderia corre con la D50 guidata da un giovane pilota argentino destinato a diventare un mito: Juan Manuel Fangio, che riporta il titolo iridato a Maranello al termine di una stagione tiratissima. Tre sono i successi conquistati da Fangio, che si laurea Campione grazie all'altruismo di Collins (due vittorie): l'inglese gli cede la macchina a Monza nell'ultima gara, consentendogli di arrivare secondo e rintuzzare l'attacco di Stirling Moss.
Il 1958 è un anno tanto ricco di successi quanto di eventi tragici. Il titolo Piloti torna alla Ferrari grazie ad Hawthorn e alla 246 F1 ma la stagione è segnata dagli indicenti in cui perdono la vita Luigi Musso, a Reims, e Peter Collins, al Nürburgring. Due sono le vittorie, in Francia con Hawthorn ed in Gran Bretagna con Collins.La grande avversaria è la Vanwall di Stirling Moss, che si aggiudica il primo titolo Costruttori. La sorte non smette di accanirsi sui piloti del Cavallino: pochi mesi dopo la conquista del titolo e l'annuncio del suo ritiro dalle corse, Hawthorn perde la vita in un incidente stradale in Inghilterra.
Persi i suoi piloti di punta, la Ferrari, nel 1959, si affida a Tony Brooks, che giunge al secondo posto nella classifica finale , alle spalle dell'australiano Jack Brabham. Le vetture di Maranello hanno ancora il motore in posizione anteriore e cominciano a trovarsi in difficoltà contro le prime vetture dotate di motore posteriore. Brooks è in lotta per il titolo fino all'ultima gara, conquistando la vittoria in Francia e in Germania. Non aiuta la Casa di Maranello uno sciopero che la costringe a rinunciare al gran premio di Gran Bretagna su una pista dove aveva ottenuto una doppietta poche settimane prima nella Aintree 200.
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